- Mora Mora - a Nosy Be - Madagascar

30.05.2014 09:21

 

Nosy Be è l’isola dei colori e dei profumi, un cocktail di vaniglia, ylangylang, spezie e nettare di frutti tropicali la rendono unica nel suo genere.  Situata nel nord del Madagascar, tra il mare turchese dell’Oceano Indiano e il Canale del Mozambico, regala con i suoi atolli paradisiaci incontri con coralli, tartarughe e pesci esotici.

Questo viaggio è arrivato come un segno dell’Universo … Per nulla premeditato e inconsapevole di quello che avrei visto, col timore di trascorrere una vacanza rinchiuso in un Resort con animazione - mi sono tuffato titubante alla scoperta di questa, che poi si è rilevata, una meravigliosa Isola.

 

 

In lingua malgascia Nosy Be significa “Isola Grande”  in quanto, con i suoi 321 kmq, è la più estesa del paese. Seppur essendo una meta nota e gettonata soprattutto per neo sposini in viaggio di nozze, il turismo non l’ha ancora scalfita. Nosy Be conserva infatti immutato il suo fascino esotico, i ritmi rilassanti dei suoi abitanti, gli scenari che alternano l’azzurro cristallino del mare ai colori cangianti delle piantagioni. Come quella di YlangYlang, che insieme alla Vaniglia, Canna da Zucchero e Caffè le hanno conferito il soprannome di “Isola dei Profumi”. Senza contare pepe, chiodo di garofano e zafferano che aromatizzano l’aria mossa da una tiepida brezza.

Lo stile di vita che si percepisce appena atterrati all’aeroporto rudimentale di Nosy Be è di estrema tranquillità, perfettamente in linea col loro motto “MORA, MORA”(piano, piano), in connessione con i ritmi della natura circostante. Facile sarà adeguarsi al loro detto, difficile sarà uscirne quando si rientra in contatto con i ritmi frenetici del business occidentale.

Per esplorare gli angoli più remoti e le isole vicine, vi consiglio di partecipare a delle escursioni organizzate,  sono molte le agenzie che offrono questo tipo di servizio e non escludo che l’hotel dove alloggerete sarà in grado di offrirvi un pacchetto già strutturato.

 

 

Le mie esplorazioni mare sono iniziate alla rotta di NOSY TANIKELI  e NOSY KOMBA.

Nosy Tanikeli in malgascio significa Piccola Terra. Trattasi di un Parco Nazionale Marino a protezione integrale, munito di una spettacolare spiaggia vulcanica disabitata …

Non esitate e praticate dello snorkeling - un eden sottomarino vi attende … Datevi la possibilità di partecipare alla danza delle tartarughe marine che vi nuoteranno intorno, sorridete al pesce pagliaccio che cercherà di burlarsi di voi, giocate a scoprire i nascondigli delle murene e delle aragoste – il tutto ammirando la meravigliosa flora marina che vi circonderà …

 

 

Appena ripresi da questa danza estatica,  passeggiate fino al faro in cima all’isola. C’è un piccolo percorso fatto a scalini tra la vegetazione del luogo …  Se durante la passeggiata doveste sentire dei fruscii tra i rami degli alberi - non preoccupatevi, sono i lemuri che sono venuti a darvi il Benvenuto …

Una volta giunti sulla vetta, lasciatevi emozionare dal panorama che vi si prostra davanti.

 

 

Spesso accade che il pigro sciacquio del mare ridisegni il paesaggio giocando a nascondino con le maree e, se la fortuna vi assiste, è facile che sostiate per un bagno ristoratore all’ “Isola che non c’è”. Trattasi di una lingua di sabbia bianca che si crea con la bassa marea vicino all’isola di Nosy Komba. 

 

 

Nosy Komba in malgascio significa Isola dei Lemuri. E’ una riserva naturale, popolata da un villaggio di pescatori, che ospita la specie del Lemure MACACO, dove è facile incontrarlo nella folta vegetazione che la insedia.

Sull’isola è presente anche uno squisito ristorante “Jojo”, che offre piatti tipici locali come riso al cocco, spiedini di gamberi o di zebù.  Vi consiglio di arrivarci per l’ora di pranzo cosi da poter gustare le loro prelibatezze. Prima di alzarvi da tavola mettete in borsa un paio di banane – vi saranno utili per la vostra passeggiata!!!

 

 

Sempre adottando il motto mora mora, iniziate ad esplorare questa oasi … E’ presente una sorta di ufficio turistico, dove se volete, potete chiedere l’ausilio di una guida locale che vi spieghi, in lingua italiana, dettagli relativi a flora e fauna locale.

Iniziate la passeggiata passando per il villaggio dei pescatori, dove è possibile acquistare tipici manufatti in legno (attenzione: il legno si può acquistare solo se l’artigiano ti rilascia una certificazione da presentare in dogana), tovaglie ricamate a mano, collane in osso di zebù,  borse di rafia ecc…

 

 

Non appena iniziate a salire verso la cima dell’isola è certo che i lemuri vengano a farvi visita. Sono molto amichevoli perché abituati agli umani. E’ qui che dovete tirar fuori la banana (nessun doppio senso!!!), perché alla vista del l’autoctono frutto questi simpatici animali, vi saliranno con la loro estrema delicatezza sulle spalle cercando di conquistarsi un boccone del meritato premio!!! I maschi si riconoscono dal pelo nero e vellutato e le femmine dal manto bruno-rossiccio, sfumato sul dorso e più chiaro sul ventre.

 

 

C’è da fare molta attenzione a non toccargli la loro lunga coda, perché è molto sensibile e causereste una fuga  generale di tutti loro. E’ molto facile che proseguendo nel vostro percorso i lemuri continuino a farvi compagnia … Nell’oasi avrete modo di ammirare anche altre specie animali come la tartaruga Napoleone, chiamata cosi perché più che centenaria, stupisce per le sue giganti dimensioni.  Per i più coraggiosi, ci sarà la possibilità di prendere in mano una biscia del posto (che non è velenosa, ma fidarsi è bene – non fidarsi spesso è meglio). Molte piante tipiche del posto fanno da contorno e ombreggiano questi animali, come ad esempio, la palma del viaggiatore, cosi chiamata perché incidendo il tronco riesce ad emettere fino a 2 litri d’acqua, salvando spesso viaggiatori naufragati sprovvisti di viveri.  Alberi di Papaya,  Banani, Frangipane e chi piu ne ha, piu ne metta, tutti presenti per rendere questo posto incantato.

 

 

 

Non è sconosciuto a nessuno che Nosy Be è famosa per i profumi, soprattutto quello di Ylang Ylang, fiore che l’ha resa speciale nel mercato europeo e non solo. Con l’estratto del fiore, si ricava la base per il pregiato profumo “Chanel n° 5”, per questo suggerisco di andare a visitare la Distilleria di Ylang Ylang. Qui, verrete avvolti dal profumo e dalla vista di alberi magici dall’essenza pregiata, dai fiori multi colori e dalle piante  endemiche. Adiacente alla distilleria si snoda un parco – Lemuria Land – si tratta del  1 parco dell’isola, dove animali e vegetazione si confondono meravigliosamente, incontrerete camaleonti, tartarughe, lucertole, coccodrilli e gli immancabili lemuri.

 

 

Nosy Be è l’isola più grande del Madagascar.  Il capoluogo è Hellville, il cui nome deriva dal sovrano francese che l’ha fondata, qui  abitano 25 mila abitanti, un quarto della popolazione globale se si considera che l’isola accoglie un totale di 100 mila persone. Oltre che per il caos, questa cittadina è conosciuta per il Mercato delle Spezie …  In realtà oltre a queste, è facile trovare anche verdure, tipi di carne e di pesce.  Personalmente, dopo aver preso qualche spezia, non sono riuscito a fare un giro completo: l’odore nauseabondo e forte dei cibi, le condizioni poco igieniche e le mosche su qualsiasi alimento, mi hanno fatto rinunciare ad una perlustrazione più accurata del mercato.

Sulla strada principale di questa cittadina, è ubicato un negozio di souvenir, dal nome italiano: “La bottega delle Prolacce”. Singolare è la maschile Signora che accoglie … Se siete permalosi ed irascibili forse è meglio che evitiate, in quanto la signora con turpiloqui volgari, scurrili e a tratti offensivi, vi accompagna durante la scelta dei vostri regalalini.  A me ha fatto molto divertire, sia in riferimento alle parolacce che la responsabile diceva ai clienti, sia l’immagine surreale di chi, mandando a quel paese il compratore, riesce ad incassare tanto e bene. Chissà dove finisce il confine del gioco ed inizia quello della verità!!!

 

 

La maggior parte degli abitanti di Nosy Be seguono un religione animista, ovvero una religione che non identifica le divinità come esseri trascendenti, bensì attribuiscono proprietà spirituali a realtà materiali. Interessante è ammirare il loro “Albero Sacro”, situato sulla strada da Hellville ad Andilana.  Si tratta di un gigantesco ficus bengalensis, che si erige alto e maestoso all’interno di un parco recintato da un cancello. Non si può entrare, ma lo si può ammirare da fuori. Quando ci sono stato io, i due tronchi erano avvolti uno da una fascia color rossa e uno color bianca e si poteva scorgere una testa di zebù sacrificata da qualche devoto, portata in segno di riconoscenza per un aiuto ricevuto.

 

 

Sulla costa Occidentale, camminando tra una rigogliosa vegetazione di mangrovie e acacie, subito dopo le case numerate di chi curava le piantagioni di Ylang Ylang della vecchia distilleria vicina, si raggiunge la cascata di Ampasindava.  Qui sarebbe perfetto piantare un cartello con su scritto: “Benvenuti nell’Eden” – uno scenario suggestivo che richiama quasi un ambiente fatato …  Un lago immerso in un oasi verde, valorizzato da una cascata il quale fruscio dell’acqua che scende, conferisce un sottofondo musicale degno di ascolto. Respirate la pace di questo posto e fatevi un bagno che io ho vissuto come una esperienza purificatoria da tutto ciò che è "inquinamento del business".

 

 

Un’esperienza che vale la pena vivere in questa isola è assistere allo spettacolare tramonto a Mont Passot (punto più alto dell’isola 329 metri). Raggiunto questo luogo, c’è una terrazza, ai piedi della quale si ammirano alcuni dei Laghi Sacri presenti a Nosy Be. Inizialmente i “Laghi Sacri” dell’isola erano 12, oggi 11 perché uno di essi si è prosciugato. Vengono definiti tali poiché sono protetti dagli Spiriti Anziani delle popolazioni malgasce, come ad esempio i Sakalava. Nessuno conosce la loro profondità e non sono balneabili, perché abitati da alligatori che proteggono l’essenza degli Dei che vi risiedono. Una volta l’anno, il capo di una di queste popolazioni malgasce, sacrifica uno zebù – rigorosamente con la testa bianca – e versa il sangue ricavato nel lago come omaggio ai Divini.

 

 

L’immagine di un cielo dai mille colori caldi che vanno dal giallo, inciampano nell’arancione e finiscono nel rosso, con la fotografia, alla base, dei laghi sacri e davanti l’oceano indiano, rende il tramonto di Mont Passot uno spettacolo senza eguali. Se ci fate caso, le guide turistiche originarie del posto, non indicano le isole dell’oceano che si scorgono puntando il dito, ma lo piegano … Credenza vuole che, chi indica puntando col dito teso un’isola od un lago, evita di portare rispetto alla Divinità. Per fortuna la dottrina religiosa animista è clemente, quindi qualora ci si dovesse sbagliare ad indicare, basta soffiarsi il dito in segno di scuse e lo Spirito non avrà modo di scagliare maledizione su di voi!

 

 

Nosy Iranja è sicuramente la più suggestiva isola dell’arcipelago, famosa per essere la casa scelta da centinaia di tartarughe marine per deporre le uova.  La particolarità di questa isola è il banco di sabbia bianca di circa 1,2 km che la unisce ad un’altra isola dove è installato un lussuoso Resort.

 

 

Sull’isola dove è presente questa struttura  non vi si può accedere a meno che non siate ospiti dell’hotel, tanto vale snobbarla e dedicarsi all’adiacente altra isola  dove è presente una natura più selvaggia e un villaggio di pescatori.  Dopo esservi rilassati al sole ammirando il favoloso mare e il singolare fenomeno di  escursione delle maree, fatevi una passeggiata nel villaggio con l’obbiettivo di raggiungere il faro in cima all’isola.

Durante la passeggiata avrete modo di costatare la povertà in cui queste persone vivono. Rimango ancora esterrefatto di come , nonostante le condizioni di vita estreme, riescano ad essere sorridenti, allegri e colorati. Difficile trovare una donna locale che non indossi un vestito dalle mille sfumature, un bambino che ti saluta sorridente o addirittura dei cani che ti fanno da guida turistica, indicandoti la strada corretta da percorrere nel villaggio. Sono realtà distanti dalla nostra dove possediamo anche il superfluo, ma nessuno mi toglie dalla mente che siamo noi a dover apprendere da loro, fare un passo indietro, per tornare alle origini e capire il vero significato della parole Vita.

 

 

Vi suggerisco di portare in quest’isola qualcosa per i bambini e non solo. Personalmente portai dei colori perché scoprii che è presente una scuola proprio davanti al faro.  C’è chi ha regalato caramelle, che hanno di certo attratto di più tutti loro, ma io non ne ero molto d’accordo …  Ho pensato che non sono abituati a mangiare tanti dolci e che le condizioni igieniche non sono proprio all’avanguardia, dunque poteva esserci un alta probabilità di formazione di carie o di problemi intestinali e mi son chiesto come avrebbero fatto a curarle! Sono cosciente che questo aspetto è più che altro una proiezione della mia ipocondria e che sicuramente hanno tutti gli strumenti, omeopatici chiaramente, per far fronte a queste difficoltà – ma ho preferito investire sulla cultura portando colori e penne piuttosto che altro.

 

 

Ho avuto la fortuna di assistere alla costruzione di una delle loro Piroghe, si tratta di tipiche imbarcazioni in legno utilizzate per pescare. E’ stato bello ammirare con che precisione e dedizione sceglievano il legno, lo levigavano per poi assemblarlo - un capacità manuale che rasenta la perfezione di un macchinario di fabbrica.

 

Purtroppo anche questa isola sta per essere inquinata e distrutta  dal business. Una volta raggiunto il Faro, scendendo verso il mare dalla parte opposta del villaggio dei pescatori,  c’è già il cantiere aperto per la realizzazione di una pista di atterraggio per piccoli aerei. L’isola è stata comprata da uno Sceicco che ha intenzione di realizzaci un villaggio turistico total confort simile a quello dell’isola sorella. Tutti gli abitanti del posto saranno costretti ad andarsene, ma questo aspetto sembra essere di poca rilevanza per tutti.

Di ritorno da quest’isola, mi voltai dalla barca per ammirarla un’ultima volta e pensai  a come quella striscia di sabbia corallina che le unisce, sia una linea temporale che divide 2000 anni di storia e di come questa particolarità a breve non ci sarà più!!!

 

Nosy Sakatia si trova poco distante dalla costa occidentale di Nosy Be e fa della tranquillità la sua prerogativa.  Significa “Isola del Gatto innamorato” – leggenda narra che, coloro che approdarono per primi in questa isola, videro dei gatti in fase di accoppiamento che emettevamo particolari gemiti. Uno di questi esploratori rise alla visione degli animali e venne fulminato da una maledizione che portò lui e i suoi compagni di viaggio a non tornare più indietro.

E’ il poso ideale per chi vuole tuffarsi nel silenzio di un mare incantevole, con sabbia bianca che fa da scenario ad un paesaggio immerso in un natura travolgente.

 

 

Durante le innumerevoli escursioni mare che farete, vi capiterà di passare spesso davanti una piccola isola – Nosy Racy (Isola Brutta), trattasi dell’isola cimitero per i bambini che sono morti prematuramente. Si racconta che quando un bambini si spenge, gli anziani del villaggio lo portano in questa isola dove non lo seppelliscono ma lo fanno giacere sulla riva dell’unica spiaggia presente, cosi che il mare possa portarlo via con se e salvare la sua anima.

 

 

Immaginate un luogo in cui il cielo non vi sovrasta, vi attraversa; l’aria non si respira, si assapora, il tempo scorre, non corre ed il sistema nervoso si sistema, non s’innervosisce. Un luogo dove la gente non t’incrocia, ti saluta, dove tutto è vero, anche le cose spiacevoli, perché tutto è vita. Forse è questo il mio Mal d’Africa:

Il Mal d’Africa è uno stato dell’anima, prima ancora che uno stato mentale. Il Mal d’Africa è imparare a perdere tempo scrutando un geco che gioca a nascondino tra le fessure di una abiitazione. Mal d’Africa è emozionarsi davanti a un tramonto breve sapendo che il giorno dopo, comunque andrà, ce ne sarà uno apparentemente identico ma dalle sfumature inedite. Apprendere che non è vero che se non si desidera tutto non si otterrà nulla, che accontentarsi non è sempre una sconfitta e che vivere alla giornata è solo un buon motivo per valorizzare la propria esistenza. Il Mal d’Africa è capire di non essere capiti e farsene una ragione, è annoiare la noia, impigrire la pigrizia, rincoglionire l’intelligenza.

Il Mal d’Africa, se è quello vero, è un bene incurabile.

 

 

 

 


Crea un sito gratis Webnode